IL CASTIGO SENZA VENDETTA

Il castigo senza vendetta (Кара без помсти), di

Lope de Vega

Traduzione in Ucraino Vil’ Grimič

regia di

Alessio Bergamo

  • scene e costumi Stanislav Zajcev
  • direzione musicale Igor Černeckij
  • coreografie Anatolij Dumanov
  • produzione Ukrainskij teatr im. Vasil’ko, ass. cult. Protei. Debutto a Odessa, Ucraina, 1998

ATTORI

Duca di Ferrara – Igor Gerašenko
Cassandra – Ol’ga Petrovska
Conte Federico – Taras Bagjukov
Batin – Viktor Lisenko
Aurora – Galina Kobzar-Slobodjuk
Marchese Gonzago – Igor Zinčenko
Lucrezia e Cinzia – Alla Brodskaja
Ricardo – Oleksandr Babij

Scheda

SINOSSI

Il duca di Ferrara (Luis), dissoluto e irresponabile, ha un figlio illegittimo molto amato, il conte Federico. Vorrebbe nominarlo suo successore ma tutta la corte lo avverte che se questo accadesse ne potrebbero seguire delle guerre di successione e lo inducono a prendere una nuova moglie. Viene scelta Cassandra, giovane erede dei duchi di Mantova.

Il matrimonio è per procura e ad incontrarla viene mandato Federico. Cassandra si ribalta con la carrozza in un guado e il conte la salva portandola in braccio sulla riva. I due si conoscono così. Federico comincia a farle la corte e al tempo stesso a idealizzarla parlandone come di una creatura divina e inarrivabile. Cassandra intanto si sposa con il duca.

Un mese dopo sappiamo che questo matrimonio sta andando male. Da quando si è sposato il padre, amareggiato per la perdita della successione al trono e preso dall’amore per Cassandra, Federico è diventato malinconico e intrattabile. Nel tentativo di attenuare la sua tristezza, una volta consumato il matrimonio con Cassandra il il duca Luis evita la sposa e passa il tempo nei soliti divertimenti tra prostitute ed amici.

Cassandra è offesa e infuriata. In questa situazione il duca viene nominato dal papa a capo di un esercito che dovrà difendere lo stato pontificio e parte in guerra, affidando il ducato a Federico e Cassandra. Cassandra, che ha capito che parte della tristezza di Federico è causata dall’amore per lei, fa cadere velocemente tutte le fantasie di Federico relativamente alla sua siderale inaccessibilità e i due cominciano una relazione adulterina.

Ancora qualche mese dopo nella corte ormai si è sparsa la voce del tradimento di Federico e Cassandra. Scoprendo che il padre è sulla via del ritorno Federico prova a rompere con Cassandra, ma Cassandra è ingestibile e minaccia Federico, che torna sui suoi passi. Il duca rientra, riceve una serie di lettere e tra queste c’è una delazione anonima che lo informa della storia tra Federico e Cassandra.

Luis, comincia a cercare prove di quanto gli è stato rivelato e così riesce a cogliere una serie di segnali che confermano i sospetti da parte di altri cortigiani e, infine, nascosto, assiste ad una scenata violenta tra Federico e Cassandra.

Decide allora di ucciderli, ma senza gridare alla vendetta e nascondendo il suo ruolo nella loro morte. Chiama Cassandra, le dice che sa tutto, quella sviene, lui la lega ad una sedia e la copre. Poi chiama Federico e dice di voler provare la sua fedeltà: lo informa che nella stanza accanto c’è un traditore che lui ha legato e mascherato e gli ingiunge di andare ad ucciderlo.

Federico tentenna, ma poi va. Mentre Federico sta uccidendo Cassandra il duca chiama a soccorso la guardia dicendo che Federico ha ucciso Cassandra perché era geloso di una possibile successione. Prima ancora che possa parlare Federico viene ucciso. I corpi vengono mostrati al Duca.

 

NOTE DI REGIA

Tutta la pièce di Lope de Vega, come spesso accade con la drammaturgia del Seicento e del Siglo de Oro in particolare, gioca sistematicamente con l’immagine del teatro come luogo dove la verità diventa manifesta. La messa in scena abbraccia questa premessa.

Gli spettatori sono sul palco del teatro e lo spazio vuoto della platea e della galleria fa costantemente sentire la propria presenza, oltre a venire percorso dagli attori…e da un cavallo, che passa in un determinato momento dello spettacolo.

Non solo, il dispositivo scenico è tutto congegnato in maniera che ci sia un continuo svelare e velare. È infatti costituito da una parete in tulle che, a seconda di come viene illuminata diventa parete o velo trasparente, e da una serie di siparietti sistemati su tiranti che aprono e chiudono continuamente nuovi spazi scenici.

E ancora, rafforzano questo gioco: un teatrino in miniatura che dà sulla sala, sul quale nel primo quadro compare Isabella Andreini, che da lì dice al Duca come egli stesso afferma delle “irrefragabili verità su di me”; c’è uno specchio nel quale l’immagine del Duca, mentre quello si sta beando di lei, si stacca da sé, si alza e parla denunciando il tradimento di Federico e Cassandra; c’è il finale con una sorta di effetto ekkyklema in cui mostrando i corpi uccisi fuori scena il marchese Gonzaga dice al duca: “voltati e guarda il Castigo senza vendetta”, cioè lo stesso titolo dell’opera, ecc.

Questo dispositivo è a servizio di una sorta di ego-dramma. Tutte le figure presenti vengono concepite come proiezioni di parti della personalità del Duca di Ferrara. In questa tragedia scritta un anno prima de La vita è sogno di Calderon, da parte del Duca, uccidere il figlio adorato e la moglie, senza coinvolgersi, senza chiedere compassione per il proprio atto o comprensione per la propria condizione, assume il valore di un atto di volontà verso l’accettazione della condizione in cui la vita e il ruolo (di nuovo una metafora teatrale) lo ha messo.