Mistero buffo (Un’esperienza di Teatro Comunitario), di
V. Majakovskij
regia di
Alessio Bergamo
- aiuto regia: Massimiliano Cutrera
- assistente alla regia: Maddalena Grechi
- responsabili del progetto Cecilia Bartoli, Elena Canestrari
- scene e oggetti: Paolo Ferrari
- luci: Gianni Staropoli
- video: Angelo Loy
- costumi: allievi del corso di Fashion design dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone
- coreografie: Fernando Battista
- musiche: Matteo Portelli e Madya Diebate
- coro: Giovanni Iorio Giannoli
- produzione Asinitas Onlus, Postop. Con la collaborazione del Centro Internazionale La Cometa
- debutto Teatro India, Roma, 2017
ATTORI
Camara Abdoulaye Mohamed
Fahim Azizi
Elena Bassan
Gassama Bassirou
Lilli Cecere
Fode Cissé
Flavia Cotugno
Valentina Crescioni
Maria D’Arienzo
Dacia Dacun
Tiziana De Angelis
Maurizia Di Stefano
Osama Fadil
Solly Fakeba
Francesca Ieritano
Bamba Kassim
Lamine Kaba Mohamed
Seckou Konate
Aboubakar Kuyateh
Evren Kuru
Rosaria Laurenza
Olga Matsina
Hagi Nimaga
Keita Nouhan
Exodus Obuseh
Marinella Ottieri
Roberta Parravano
Diana Porcù
Carolina Purificati
Daniela Rossetti
Denami Sessou
Modibo Sissoko
Giorgio Sena
Marco Spata
Mirko Tahoun
Pierpaolo Tazza
Robel Teslit
Fabrizio Toth
Abdoulaye Traore
Isaac Traore
Mamhadou Kara Traore
Yaya Traore
Lapo Vannini
Arkadij Vizitiu
e con
Valentina Barbaro, Giuseppe Benvegna, Paolo D’Urso, Irene Mantova, Andrea Palermo, Elena Rossi, Carla Valori
Video
Trailer
Scheda
SINOSSI
La terra è sconvolta da fenomeni naturali e sociali. È un secondo diluvio. Al polo, cercando rifugio, arrivano 7 coppie di puri (nobili, imprenditori, popi, ministri, il Negus, proprietari di piantagioni, ecc.) e sette coppie di impuri (operai, soldati semplici, camerieri, falegnami, lampionai, ecc.). Assieme a loro un intellettuale e un socialista conciliatore.
Su suggerimento dell’intellettuale e sollecitazione del socialista puri e impuri decidono di mettersi insieme, costruire un’arca della salvezza e navigare in cerca della terra promessa. Sull’arca si ripropongono le dinamiche di lotta e sfruttamento che mettono i puri sopra e gli impuri sotto. Questi ultimi si ribellano e buttano a mare i puri. Arriva camminando sulle acque un uomo del futuro che dice di non aspettarsi nessuna terra promessa, indica loro il lavoro come forza risolutiva e dice di salire verso il cielo.
Gli impuri si arrampicano sulle sartie. Sbucano prima nell’inferno dove hanno uno scontro con Belzebù e vanno avanti per nulla intimoriti (mentre fortemente intimoriti restano i diavoli). Arrivano in paradiso dove sono tutti molto buoni con pensieri e parole. Ma quando finalmente gli impuri si seggono a tavola stanchi per il viaggio e affamati, i beati e i santi offrono loro del succo di nuvole, cioè qualcosa di assolutamente inadatto a nutrire il corpo.
Gli impuri a questo punto si indignano, devastano il paradiso e vanno oltre. Arrivano davanti ad un muro. Dietro si vede una bellissima città del futuro, nuova, luccicante. Sembra vuota. Ma ecco che i macchinari, le case, le fabbriche, il cibo, gli oggetti, si muovono dal loro posto, sono vivi, vengono da loro, aprono loro i cancelli e gli dicono di essere al loro servizio.
Da questo momento tutto ciò che le macchine produrranno sarà a servizio delle persone. I frutti del lavoro andranno direttamente a chi li produce. Comincia la festa col canto dell’Internazionale.
NOTE DI REGIA
Lo spettacolo era un esempio di teatro comunitario. Univa nello stesso progetto richiedenti asilo e italiani; uomini e donne; giovani e anziani. La onlus che l’ha prodotto, Asinitas, lavora soprattutto nel campo dell’accoglienza, della formazione linguistica e comunitaria e attiva sistematicamente progetti teatrali a corollario dell’attività sociale che fa sul territorio romano.
Le caratteristiche del collettivo e il fatto che quasi tutti gli stranieri fossero rifugiati sbarcati da poco e frequentanti la scuola di lingue di Asinitas, ha determinato in molto sia la scelta del materiale che le caratteristiche dello spettacolo.
Dal punto di vista meramente teatrale la struttura scenica organizzata da Paolo Ferrari, che veniva montata, smontata e spostata dagli stessi partecipanti, permetteva una certa mobilità visuale. A questa si aggiungevano le musiche dal vivo di Matteo Portelli e Madya Diebate e il lavoro sul video di Angelo Loy.
Materiali
RECENSIONI
INTERVISTA
- ad Alessio Bergamo su Radio Onda Rossa (audio)
PUBBLICAZIONI
- Alessio Bergamo, Un’esperienza di teatro comunitario coi migranti: il Mistero buffo di Majakovskij, in Biblioteca teatrale, Gennaio-Giugno 2021, Roma, Bulzoni, 2021
LOCANDINA