POSTOP
TEATRO
ALESSIO BERGAMO: REGIsta, pedagogo, ricercatore, docente

Alessio Bergamo
Il dramma è un testo di azioni e atmosfere.
Sapienza diffusa, questa. Almeno in termini teorici. La prassi però spesso nega questo assunto. Spesso registi e attori sono ben contenti di limitarsi a colorare le parole e i gesti in maniera che sembri che l’azione drammatica ci sia… stando però ben attenti a che non ci sia davvero. L’azione è qualcosa che accade al presente e come il presente, per sua definizione, non può essere fissata né nei tempi, né nei modi, né nell’efficacia. Quando un’azione è fissata cambia di natura, o meglio tra le mille che può essere si riduce ad una: eseguire. L’azione vera invece è condizionata da una quantità di variabili enormi. E quindi è mobile, infida, dà fastidio in scena, mette in pericolo la stabilità della nostra performance, il nostro bel disegno. Preferiamo sapere cosa e come accadrà quando saremo in scena. Dare allo spettatore la possibilità di una lettura sterilizzata, sicura, esatta. Niente scherzi, per favore.
Io credo che invece valga proprio la pena di sposare l’azione con tutti i suoi corollari. Di permetterle di attraversarci, di decentrarci. Di lasciare le porte aperte al presente, all’accadere. Accettare questo rischio è il presupposto minimo, se si vuole che spettatori e attori siano uniti da un processo vitale. E se ovviamente si crede necessario che in scena quella vita ci debba essere.
alessio bergamo:




parole chiave